Ferire con la pistola i ladri ancora lontani dall’abitazione è tentato omicidio

Sparare dal proprio balcone di casa con l’intenzione di uccidere o colpire i ladri che si aggirano nella zona è reato.

La Corte di Cassazione è arrivata a questa conclusione [1] decidendo il caso di un soggetto che aveva sparato, dal balcone della propria casa, in direzione di due ladri, ferendo gravemente uno dei dueI ladri stavano rubando il carburante da alcuni automezzi parcheggiati accanto a un cantiere.


La Suprema Corte ha stabilito che tale condotta non rientra nei casi di legittima difesa o eccesso colposo [2]. Agire al solo scopo di spaventare, se non vi è un pericolo attuale nei confronti di colui che intende difendersi, costituisce reato.
Più in particolare, tale condotta rientra nel reato di “tentato omicidio”, per il quale è prevista la pena detentiva [3].

Nel caso di specie, infatti, il proprietario dell’immobile aveva agito solo per paura, in quanto nessuno dei suoi diritti era stato effettivamente sottoposto ad una minaccia ingiusta e i ladri non erano entrati nella sua proprietà.

La reazione, oltre a non essere necessaria non è stata proporzionata [4] rispetto all’offesa effettivamente arrecata dagli estranei.


[1] Cass. sent. n. 1617/2011
[2] Art. 55 c.p.: L’eccesso colposo si verifica quando pur esistendo i requisiti di una causa di giustificazione come la legittima difesa, l’agente per colpa (oppure involontariamente) ne travalica i limiti. Ad es: chi, aggredito, uccide pur essendo sufficiente percuotere per difendersi.
[3] Art. 56 c.p., 2 co.
[4] Art. 52 c.p.

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