La denuncia di un giovane avvocato catanese " A 37 anni non ho un euro in tasca "

CATANIA - I suoi occhi sono espressivi al massimo. Raccontano tutta la voglia di vita e di affermazione sfregiate irrimediabilmente dalla bestia nera che sta aggredendo la nostra epoca… il nostro paese… la nostra isola: la disoccupazione. ( foto tratta dal web )

“Sono un avvocato catanese. Mi sono laureata col massimo dei voti undici anni fa. Ho fatto pratica in uno studio “importante” e subito sono riuscita ad abilitarmi alla professione. Ho anche conseguito un dottorato presso la nostra università ma oggi a 37 anni non ho neanche un euro in tasca. Quest’anno non ho guadagnato nulla; ma non il nulla che si dice tanto per dire o perché si deve evadere, NULLA NULLA. Faccio parte del popolo della Partita Iva, quello degli evasori per antonomasia; ma di quella parte di quel popolo a cui piacerebbe poter evadere il fisco per una ragione diversa dalla sopravvivenza”.
Poche parole, quelle giuste  per fotografare uno spaccato desolante della nostra società. Deboli che si suicidano, come il caso dell’architetto che a settembre si è ucciso perché da due anni non riusciva a trovare ingaggio, forti, che seppur stremati, continuano a lottare. È il caso di quest’avvocato, del quale non rendiamo pubblico il nome per questioni di privacy.
“Non percepisco disoccupazione, non godo di cassa integrazione né di procedure di mobilitá, non ci sono ammortizzatori sociali per me che ho perso il lavoro ma non posso dirlo: perché nessuno mi crede, perché un avvocato non può aver perso il lavoro e non può essere disperato. Non ho un cognome potente ma due genitori che mi hanno insegnato che la dignità viene prima di ogni cosa. Ho sempre pensato che il Diritto fosse una cosa diversa da un colpo di frusta, che il Diritto fosse studio, ricerca, scoperta, invenzione, educazione, moralità, rispetto delle regole. E, invece, ho capito che non serve nemmeno scrivere in corretto Italiano”.
Ma perché ci siamo ridotti così? E ci rivolgiamo a voi politici, perché ancora chiacchierate e riflettete mentre il tempo scorre inesorabile e la gente viene divorata dalle difficoltà economiche. È ora di agire… né giovani né adulti disoccupati possono più vivere nella speranza di un futuro migliore perché quello che manca è il presente.
“Ogni giorno - continua l’avvocato - vado a caccia di un’idea che mi permetta di voltare pagina e vita cercando di ripetere a me stessa che non ho buttato nella spazzatura gli anni migliori della mia vita. Non sarò ricevuta dal Papa né da Renzi perché, fondamentalmente, non esisto. Nessuno crede a un avvocato senza lavoro e senza soldi. Nemmeno la mia cliente che seguo col gratuito e che va a fare le pulizie riesce a credere che lei guadagna più di me. La mia tragedia me la sto vivendo in silenzio. Ma non è giusto. Tutti protestano, tutti vanno in TV, tutti si straziano pubblicamente e perché io, che a dicembre, come tanti altri, mi cancellerò da quell’Albo in cui con tanta fatica ho scritto anche il mio nome, dovrei farlo in silenzio? Perché? Per la falsa presunzione che ancora alberga nella gran parte della gente, compresi i parenti più stretti, che l’Avvocato è benestante di default?”.
“Io mi cancellerò perché non posso pagare più la polizza per la responsabilità professionale - incalza - perché non potrò iscrivermi alla Cassa Forense, perché devo ancora pagare le tasse dello scorso anno, perché non posso pagare la stampante nuova e nemmeno il toner, perché… non ce la faccio più ad umiliare me stessa. Provo un grande senso di vergogna: quando un libero professionista perde, molla, chiude, non ha nessuno contro cui protestare, non ha datore di lavoro con cui prendersela, perché licenzia sé stesso”.
Chi ci ha parlato è un avvocato che non ha voluto abbandonare la sua terra, lasciando il suo cervello qui dov’era nato. È un avvocato che crede ancora nel merito personale di ognuno e che vive un senso di sfrustrazione quotidiano ma riesce a dire solo due parole: Mi Dispiace, rivolgendosi a suo padre che se ne è andato da poco e che ancora si inorgogliva nel dire a tutti che la figlia era avvocato.
Questa è l’Italia di oggi…

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