Senato, schiaffo alla Consulta parlamentare e sindaco, si può fare
Malumori e proteste. Idv e Pd hanno abbandonato i lavori per protesta, compreso il presidente della Giunta, Marco Follini, che ha prima indetto il voto ma è poi subito uscito dall'Aula. «La vecchia maggioranza Pdl-Lega ha preso una decisione da 'ancien regimè», spiega Follini che si dice «sorpreso nel vedere la Lega attestata come un sol uomo a difesa della trincea dei sindaci di Afragola e Molfetta». Donata Lenzi del Pd parla di «decisione scandalosa», mentre Francesco Sanna sostiene che per «la pervicacia» dei colleghi di Lega e Pdl «ora abbiamo un diverso orientamento di Camera e Senato. Sarà possibile essere sindaco-senatore, ma non sindaco-deputato. Una cosa assurda».
Palazzo Madama contro Montecitorio. La decisione di Palazzo Madama spiazza, infatti, Montecitorio: qui i parlamentari con il doppio incarico hanno iniziato ad optare, in ossequio alla decisione della Giunta della Camera che, la scorsa settimana, ha recepito il dettato della Consulta. Tra i primi a scegliere la carica di primo cittadino sacrificando l'ultimo anno di legislatura a Montecitorio ci sono Nicola Cristaldi e Marco Zacchera del Pdl (per restare sindaci di Mazara del Vallo e Verbania) e Luciano Dussin della Lega (resta sindaco della sua Castelfranco Veneto); e proprio oggi, sebbene non fosse ancora tenuto a farlo, Ettore Pirovano si è dimesso da parlamentare per restare presidente della Provincia di Bergamo. Ma nonostante il 'salvacondottò per i senatori votato oggi dalla giunta, Piergiorgio Massidda, uno dei pochi eletti in tutte le legislature della Seconda Repubblica, ha dovuto annunciare oggi le proprie dimissioni da Palazzo Madama. La decisione è dovuta alla posizione di incompatibilità del senatore del Pdl che da pochi mesi è anche presidente dell'Autorità portuale di Cagliari, e doveva quindi optare - a differenza dei suoi colleghi sindaci - per una delle due cariche.
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